Sono un cane selvaggio che corre nella notte abbaiando alla luna per farsi coraggio, cercando fortuna. Sono un eremita spiantato, che ritrova la fede nella fertile terra di un campo passato. Sono un allievo ignorante che dopo tante parole riscopre il silenzio, imparando ad ascoltare la gente. Sono un arcobaleno di notte che protegge i colori per non farli sfiorire come accade agli amori. Sono il pane raffermo che stai per gettare, ma che a un tratto, riscoprendo la vita, riscaldi sul fuoco come fosse pregare. Sono l’errore, la rotta sbagliata, la frase non detta, l’occasione perduta, la sciocca sbandata, la faccia smarrita. Sono un fratello lontano sparito nel nulla, fuggito alla ricerca di una vita tranquilla. Sono la stella cadente dei miei desideri che ha viaggiato nel tempo inseguendo mille pensieri. Sono il ponte precario che collega la mente al cuore, consapevole che si nasce, si cresce, e si muore. Sono l’albero secco bruciato dal fuoco, sfiorato dal male di un gioco banale, ma che in un giorno di pioggia ha ripreso a fiorire.
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Bellissime parole.
Realtà e speranza, perchè c’è sempre un giorno per rifiorire ❤
E la natura insegna…
Parole che fanno riflettere che mai nulla è perduto…
Sarebbe come rinunciare all’esperienza del viaggio.
parole profonde da assorbire e riflettere.
Una poesia mascherata da un post
Una cara amica lo ha definito un poemetto… Non saprei, per quanto riguarda questo tipo di scrittura preferisco uno stile libero, privo di gabbie e connotazioni, e il post si presta bene, altra cosa è la struttura della scrittura narrativa che deve avere una struttura consapevole.
questo si legge tutto d’un fiato con la musicalità della poesia.